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Pëtr Il'ič Ciajkovskij

(Kamsko-Votkinsk, 7 maggio 1840 – San Pietroburgo, 6 novembre 1893)

Pëtr Il'ič Čajkovskij nacque in una cittadina a circa un migliaio di chilometri da Mosca.
Sin dall'infanzia venne istruito dalla governante di casa, Fanny Dürbach, che subito comprese la personalità del giovane e ne seguì con amore e passione tutti i progressi.
Dalla madre Pëtr ereditò, insieme ad una spiccata sensibilità personale evidente sin dalla prima giovinezza, anche la passione per il pianoforte. Tuttavia, solo dal 1861 Čajkovskij si dedicherà completamente alla musica: prima di allora studiò Giurisprudenza a San Pietroburgo, dove la famiglia era andata ad abitare dal 1852.
Nel 1854 la morte per colera della madre fu per Čajkovskij un'esperienza gravemente dolorosa, poiché era a lei legato da profondo affetto.
 
Dal 1859 al 1861 trovò un impiego al Ministero della Giustizia, che abbandonò dopo pochi anni per seguire le sue aspirazioni artistiche: nel 1862 studiò al Conservatorio di San Pietroburgo nella classe di composizione di Anton Rubinstein. Le idee innovative di Rubinstein trovarono subito in Čajkovskij una personalità artistica dalle grandi promesse: già dalle prime sue composizioni traspirava un prodigioso talento musicale.
Nel 1866, infatti, Čajkovskij ottenne la cattedra di armonia all'appena fondato Conservatorio di Mosca, incarico che conserverà fino al 1876 quando, aiutato dal generoso sostegno economico di un'ammiratrice, si dedicherà completamente alla composizione. Al Conservatorio di mosca ebbe tra i suoi allievi fu, tra gli altri, Rimsky-Korsakov.
Nel periodo dell'insegnamento Čajkovskij creò la maggior parte delle sue composizioni (tra cui la Prima Sinfonia, l’Ouverture sull’inno nazionale danese, le opere Voivoda e Ondina).
Nel poema sinfonico Fatum traspaiono diversi riferimenti autobiografici, in particolare quelli legati all'unica vicenda sentimentale della sua vita con la cantante Désirée Artôt, che si era conclusa in pochi mesi (1868).

Nel 1869 nacque Romeo e Giulietta, uno dei capolavori di Čajkovskij, creato su invito di Balakirev, capo del famoso Gruppo dei Cinque; proprio il supporto entusiasta del gruppo di compositori della scuola nazionale diede a Čajkovskij l'idea per la Seconda Sinfonia "Piccola Russia" nel 1873.
Nonostante il forte nazionalismo, già nel 1871 Čajkovskij e le sue opere incontravano successo anche fuori dalla Russia.
I critici considerano questo periodo l'apice del nazionalismo di Čajkovskij, sentimento patriottico che tanto lo impegnò ma che era anche destinato a cadere.
Così, la Terza Sinfonia, composta nel 1875, già si ispirava al compositore romantico preferito da Čajkovskij, Schumann.
Nello stesso tempo, cominciò la stesura del balletto Il Lago dei Cigni, che ottenne un completo fallimento alla sua prima rappresentazione, nel 1876.
Successivamente alla composizione della serie di piccoli concerti per pianoforte Le Stagioni, il Terzo Quartetto per archi (iniziato durante il soggiorno a Parigi) fa trasparire le prime manifestazioni della crisi emotiva di Čajkovskij.

Il legame tra la musica e le lacerazioni psicologiche dell'autore vennero meglio a delinearsi nella fantasia sinfonica Francesca da Rimini, ispirata ad un episodio dell'Inferno di Dante.
In quel periodo Čajkovskij ricevette una lettera da parte di Nadezda Filaretovna von Meck, sua grandissima ammiratrice, che inaugurò una corrispondenza lunga oltre 14 anni, durante la quale Nadezda e Pëtr Il'ič si confessarono ogni pensiero. Pochi sapevano di questa lunga corrispondenza, anche perché entrambi avevano espresso il desiderio di non incontrarsi mai di persona: l'uno doveva rimanere per l'altra una figura ideale, alla quale poter esprimere i propri tormenti interiori, in una sorta di reciproca liberazione dai dolori più intimi.
Ma un'altra figura femminile era destinata ad entrare nella vita del musicista, dopo l'esperienza fallita con Désirée Artôt nel 1768.
Nel luglio del 1877, infatti, gli venne recapitata una lettera da un'altra ammiratrice, Antonina Miljukova, la quale confessava di amarlo segretamente da molti anni. Čajkovskij però, preso dalla composizione di una nuova opera (l'Evgenij Onegin, ispirato al romanzo omonimo di Puskin), si dimenticò presto della lettera; qualche mese dopo, mentre componeva la musica per la scena in cui l'eroina Tatjana scrive una lettera d'amore ad Onegin (che la respingerà), ricevette una seconda lettera da parte della nuova ammiratrice. Čajkovskij pensò che un parallelo così strano tra la sua vita e la musica che andava scrivendo non andava sottovalutato, e decise così di incontrare Antonina; dopo averla avvertita che non sarebbe riuscito ad amarla, le disse tuttavia che l'avrebbe sposata se solo lei l'avesse chiesto (questo avrebbe contribuito ad allontanare le voci circa la sua omosessualità). Iniziò così un'esperienza durata solo tre settimane: il matrimonio si sfaldò subito e si concluse drammaticamente. Disperato per l'avversione fisica nei confronti di Antonina, Čajkovskij tentò il suicidio; poi, spinto dal fratello che lo aveva trovato in uno stato prossimo al delirio, andò a curarsi in Svizzera; la moglie, invece, venne internata in un manicomio.
Da questa drammatica esperienza uscì la Quarta Sinfonia, nella quale Čajkovskij espresse in maniera ampia e intensa il proprio dissidio interiore.

Nel 1878 Čajkovskij rassegnò le dimissioni dal Conservatorio e negli anni seguenti, grazie alla relativa sicurezza economica della von Meck, trascorse molto tempo all'estero; tornò a Mosca o a San Pietroburgo solamente per sbrigare questioni familiari o per la sua attività musicale.
I critici ritengono che, con l'esperienza terribile del matrimonio, venne ad interrompersi in Čajkovskij «quella felice sintesi fra intelligenza creativa ed emotività, fatta di sensazioni gioiose e struggenti, che aveva caratterizzato le migliori opere giovanili».
I più significativi lavori di questo periodo sono il Concerto per violino, le prime tre Suites per orchestra, la Sonata per pianoforte, iniziata contemporaneamente al Concerto per violino e la Serenata per archi (1880).
Il fallimento di Orleanskaja Deva (la Pulzella d’Orleans,1879) venne riscattato dal successo di un'altra opera, la Mazeppa, in cui Čajkovskij tornò parzialmente alla musica nazionale.
Merita una citazione a parte la composizione corale Liturgia di S. Giovanni Crisostomo, composta nel 1878. In Russia l'esecuzione della musica sacra era monopolizzata e controllata dalla Cappella Reale: Čajkovskij si era avventurato in questo campo "proibito", e soltanto dopo una faticosa battaglia legale verso la stessa Cappella riuscì a far eseguire la sua opera.
 
Tra il 1884 e il 1887 produsse opere di notevole interesse (come la Terza Suite, la Sinfonia Manfred e l’opera La Maliarda) e partì poi per una tournée come direttore d'orchestra in Europa.
Durante l'ultimo periodo della sua vita, Čajkovskij concentrò le proprie energie creative sulle opere destinate al teatro; il balletto La Bella Addormentata, terminato nel settembre 1889, è uno dei suoi capolavori.
La successiva opera, Pikovaja Dama (La Dama di Picche), fu composta durante una visita a Firenze all'inizio del 1890.

Nell'ottobre dello stesso anno la von Meck gli scrisse improvvisamente di essere caduta in bancarotta e di essere così impossibilitata a versagli l'annuale vitalizio: Čajkovskij non aveva ormai più bisogno del suo aiuto finanziario, ma rimase profondamente colpito quando scoprì che, in realtà, ella non era affatto incorsa in un fallimento, ma semplicemente non aveva più intenzione di rispondere alle sue lettere.

Intanto, sulla scena internazionale i riconoscimenti crescevano rapidamente. Ovunque le sue tournées, durante le quali dirigeva le proprie musiche, si rivelarono un grande successo personale. Questo contrasto tra il crescente successo esteriore e la sempre più profonda amarezza interiore, si rifletteva, secondo alcuni critici, nelle ultime musiche.
Fu però nella sua sesta ed ultima sinfonia, la Patetica, che Čajkovskij mostrò al massimo la sua vera interiorità degli ultimi anni: un violento arcobaleno di sentimenti interiori, di drammi e di sofferenze, ma anche di gioia e passione. La Sesta Sinfonia venne eseguita per la prima volta il 28 ottobre 1893: nove giorni dopo Čajkovskij morì di colera.
 
 

Balletti:

  • (1875 - 1876): Il lago dei cigni, op.20
  • (1888 - 1889): La bella addormentata, op.66
  • (1891 - 1892): Lo Schiaccianoci, op.71

Opere liriche:

Čajkovskij scrisse dieci opere liriche, tra cui:
  • (1876): Kusnez Vakula (Vakula il Fabbro)
  • (1877): Evgenij Oneghin (Eugenio Oneghin), op.24
  • (1881): Orleanskaja Deva (La Pulzella d'Orleans)
  • (1884): Mazeppa
  • (1887): Ciarondejska (La Maliarda) 
  • (1890): Pikovaja Dama (La Dama di Picche), op.68

Composizioni sinfoniche:
  • (1866): Sinfonia n.1 in Sol minore, op.13, Sogni d'Inverno
  • (1872): Sinfonia n.2 in Do minore, op.17, Piccola Russia
  • (1875): Sinfonia n.3 in Re maggiore, op.29, Polacca
  • (1877 - 1878): Sinfonia n. 4 in Fa minore, op.36
  • (1885): Sinfonia Manfred in Si minore, op.58
  • (1888): Sinfonia n.5 in Mi minore, op.64
  • (1893): Sinfonia n.6 in Si minore, op.74, Pathétique

 


Poemi sinfonici:
  • (1869, due revisioni: 1870, 1880): Romeo e Giulietta (da William Shakespeare)
  • (1874): La Tempesta, op.18 (da William Shakespeare)
  • (1875): Sèrènade melancolique, op.26
  • (1876): Marcia slava, op.31
  • (1876): Francesca da Rimini, op.32 (da Dante Alighieri)
  • (1880): Capriccio italiano, op.45
  • (1880): Ouverture 1812, op.49
  • (1888): Amleto, op.67 (da William Shakespeare)
  • (1890)-(1891): Voevoda, op.78

Suites:

  • Quattro suites per orchestra
  
Concerti:
  • (1874-1875): Concerto n. 1 in Si bemolle minore op.23
  • (1878): il Concerto per violino in Re maggiore, op.35
  • (1889): il cosiddetto Terzo Concerto per Pianoforte in Mi bemolle maggiore, op.75

Altri lavori:
  • (1871): Quartetto d'Archi n.1 in Re maggiore, op.11
  • (1876): Variazioni su un Tema Rococò per violoncello e orchestra, op.3
  • (1876): Le Stagioni, suite per pianoforte, op.37a
  • (1882): Trio per Pianoforte in La minore, op.50
  • (1886): Dumka, scena rustica in Do minore per pianoforte, op.59
  • (1890): Souvenir de Florence, Sestetto d'Archi, op.70, ispirato a un soggiorno a Firenze.
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creato:lunedì 14 aprile 2008
modificato:mercoledì 14 gennaio 2009