Honolulu Swing
	
	    
		
		
	
		
			Gli Honolulu Swing nascono dall’incontro  tra musicisti accomunati dalla passione per la musica  Manouche.
Il termine Manouche è l’autonimo con cui si definiscono le popolazioni romànì presenti nel nord Europa (Francia, Belgio ,Germania), ma ha iniziato a definire un vero e proprio genere musicale da quando negli anni ’30 un manouche di nome  Django Reinhardt, con il suo Le Quintette du Hot Club de France, mescolando le tradizioni musicali della sua gente con i primi echi della musica afroamericana  diede vita a quello che è considerato il primo jazz europeo.
Una musica caratterizzata dal virtuosismo delle improvvisazioni degli strumenti solisti, in origine chitarra e violino, e da una solida sezione ritmica (la pompe) di due chitarre e contrabbasso.
Gli Honolulu Swing riprendono la formazione tipica inserendo il sassofono  al posto del più classico violino contaminando quindi il genere musicale tradizionale con delle sonorità più moderne, con accenti latin jazz e blues.
Honolulu Swing è il primo album omonimo della formazione emiliana Honolulu Swing. Nel disco emergono tutti gli elementi essenziali del genere: dallo swing ai ritmi latin come bossa e rumba fino ad arrivare al waltzer.
 L'espressione musicale del disco riconosce ed omaggia il percorso che ha portato il "manouche" ad essere un genere musicale seguito in tutto il mondo, ne è prova l'esecuzione di brani musicali che vengono dalla tradizione: gli "standard manouche" Coquette, I'll see you in my Dreams, Hungaria, Nuages, Sweet Georgia Brown, Blues Claire e Troublant Bolero. La connotazione originale del disco si svela però attraverso i due brani originali Honolulu Blues e Los Ultimos Dias, che aprono l'album e sottolineano quanto l'urgenza espressiva del gruppo sia legata alla valorizzazione della propria reinterpretazione del genere, frutto del lavoro di gruppo, ma basato sui brani originali del chitarrista Neter Calafati (autore di 5 brani del disco) e del sassofonista Gabriele Merli autore dell'onirico waltzer Della Principessa.
Il disco è cresciuto nel corso di un anno attraverso l'incontro di musicisti diversi tra cui il violinista irlandese  Column Petit che ha sugellato la collaborazione artistica attraverso la registrazione di alcuni brani con il suo violino.
Il gruppo ha raggiunto la sua formazione stabile con il quintetto classico con tre chitarre (Neter Calafati alla chitarra solista,Lorenzo Vuolo e Carlo Montanari alle chitarre ritmiche), contrabbasso (Emiliano Bozzi)e sassofono (Sax soprano e contralto, Gabriele Merli) proponendo uno spettacolo live in cui si alternano brani tradizionali a brani originali tratti dal primo disco e si presentano in anteprima  indediti che faranno parte del prossimo lavoro della band, composto di soli brani originali.
Stay manouche!
		
Commenti
Questa pagina ha 
- mirca dice:Ascoltati dal vivo in un locale sperduto.......Bravissimi!!!!Postato domenica 30 giugno 2013
 
| creato: | martedì 18 settembre 2012 | 
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| modificato: | martedì 18 settembre 2012 | 
