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Ramin Bahrami

(Teheran, 1976)

Nato in Iran da famiglia benestante, Ramin Bahrami rimane folgorato dalla musica di Johann Sebastian Bach fin da giovane.

Con l'avvento del regime degli Ayatollah a seguito della Rivoluzione iraniana, il padre viene incarcerato, con l'accusa di essere oppositore del regime e di aver collaborato con lo Scià, e viene poi ucciso nel 1991. Ramin è costretto a emigrare in Europa a 11 anni. L'intenzione è quella di recarsi in Germania, ma il primo paese che lo accoglie è l'Italia, dove consegue una borsa di studio donatagli dall'Italimpianti in seguito all'intervento dell'ambasciata italiana a Teheran.

Sembra che uno dei consigli dispensati del padre al figlio Ramin fosse: frequenta "Bach, perché la sua musica ti potrà aiutare molto". Nel 1997 si diploma brillantemente sotto la guida di Piero Rattalino presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, perfezionandosi poi con Danilo Lorenzini e all'Accademia Pianistica "Incontri col Maestro" di Imola.

Grande importanza hanno avuto nella sua formazione i seminari di interpreti come András Schiff, Robert Levin, Wolfgang Bloser alla Hochschule für Musik di Stoccarda e soprattutto l'incontro con Rosalyn Tureck, vera autorità in campo bachiano e sua mentore, morta nel 2003.

Ramin Bahrani è oggi considerato uno dei più interessanti interpreti bachiani. Al maggio 2009 risale il suo debutto alla Gewandhaus di Lipsia, diretto da Riccardo Chailly, con due concerti per pianoforte e orchestra di Bach. Nella stagione 2009/2010 si esibisce al festival "Piano aux Jacobins" di Tolosa, quindi in Finlandia ed Estonia con Andres Mustonen; debutta a Parigi con le Variazioni Goldberg.

Grazie alla straordinaria maturità interpretativa, Bahrami ha già conquistato le principali sale da concerto italiane, come il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro La Fenice di Venezia, la Sala Verdi di Milano, il Teatro Olimpico di Roma e l'Accademia di Santa Cecilia, dove il suo recital faceva parte della serie di concerti per piano solo che ha visto avvicendarsi artisti come Maurizio Pollini, Grigory Sokolov, Daniel Barenboim, Jean-Yves Thibaudet e Evgeny Kissin.

Le sue incisioni, che comprendono un cofanetto di 6 cd edito da Decca con le sue interpretazini di Bach, ma anche una selezione di performance live, hanno scalato le classifiche, lanciando l'artista nel mercato discografico: con la registrazione de L'Arte della Fuga, ad esempio, Bahrami si attesta fra le prime dieci posizioni della classifica dei dischi più venduti in Italia per ben 6 settimane. In seguito verrà pubblicato "Concerto Italiano", una raccolta delle opere di Bach ispirate all'Italia: Concerto Italiano, Aria variata nella maniera italiana, Capriccio sulla lontananza del fratello dilettissimo, Quattro Duetti, anche questo un successo di pubblico.

Oggi Ramin Bahrami vive a Stoccarda ed è considerato uno dei più promettenti interpreti del repertorio bachiano. Di Bach dice: "Bach assomiglia al mondo che immagino ancora possibile. È un compositore tedesco, ma si innamora del ritmo siciliano, dove sono presenti influssi arabi; assimila le emozioni e le forme più diverse della musica del suo tempo, senza distruggerle. La Ciaccona è una danza che nasce nel Centro-America! Unisce il rigore e la fantasia, ascolta, restituisce, restando se stesso; collega, non separa. Ha la mente e il cuore aperti: magari la sua musica potesse parlare ai politici!"

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creato:lunedì 23 luglio 2012
modificato:martedì 14 febbraio 2017