Cerca nel sito

Esplora>Compositori

Brani di Giovanni Pierluigi da Palestrina

Visualizza altro

Altri brani di questo genere

    • Antonio Caldara
    • Antonio Caldara / Antonio Caldara / Antonio Caldara / Antonio Caldara
    • Antonio Caldara
    • Lorenzo Lulier
    • Lorenzo Lulier / Lorenzo Lulier / Lorenzo Lulier
    • Lorenzo Lulier
    • Autore della Scuola Marciana / Autore della Scuola Marciana
    • Autore della Scuola Marciana
    • Autore della Scuola Marciana

Visualizza altro

Giovanni Pierluigi da Palestrina

(Palestrina, 1525 – Roma, 2 febbraio 1594)

Giovanni Pierluigi da Palestrina è stato un compositore italiano del rinascimento, definito dai contemporanei "principe" della musica, nel doppio significato di massimo compositore e di musicista operante presso pontefici e regnanti.
Il talento musicale di Giovanni Pierluigi da Palestrina si manifestò fin dall'infanzia, e già dal 1537 fu mandato a studiare musica tra i pueri choriales della Basilica di S. Maria Maggiore in Roma.
Tornò a Palestrina solo nel 1544, come organista ed istruttore del coro presso la cattedrale di S. Agapito.
Nella sua città natale, pochi anni dopo, Giovanni Pierluigi prese in moglie Lucrezia Gori.

Nel 1550, il vescovo della sua città, Giovanni Maria Del Monte, venne eletto papa con il nome di Giulio III. Questi invitò Pierluigi a seguirlo presso il santo soglio nel 1551, e lo nominò maestro della Cappella Giulia e cantore della Cappella Sistina.
Solo quattro anni dopo, il successore al soglio pontificio Paolo IV costrinse alle dimissioni tutti i cantori sposati o che avessero composto opere di musica profana, e Palestrina rientrava in tutte e due le categorie. Dovette dunque abbandonare il Vaticano, ma ottenne immediatamente altri posti come Magister Cappellae presso San Giovanni in Laterano (dal 1555) e, successivamente, presso la Basilica di Santa Maria Maggiore (dal 1561).
Nel 1565 fu richiamato come collaboratore esterno (in qualità di compositore) alla Cappella Pontificia.
Non è probabilmente estranea a tale riammissione la Missa Papae Marcelli, composta proprio in quell'anno e il cui ascolto, secondo una diffusa leggenda, avrebbe rappresentato per il papa l'argomento decisivo contro la possibile estromissione della musica polifonica dalle funzioni religiose (provvedimento che lo stesso Paolo IV aveva prospettato, nell'ambito del concilio di Trento, insieme a molti altri prelati).

Palestrina fu uno dei pochi e fortunati musicisti della sua epoca a vantare una brillante carriera pubblica: la sua fama venne riconosciuta universalmente dai colleghi del tempo, ed i suoi servigi furono richiesti da diversi potenti d'Europa. Tra questi, richiesero Giovanni Pierluigi da Palestrina il cardinale Ippolito d'Este e il duca di Mantova Guglielmo Gonzaga; tuttavia, il compositore rimase al loro servizio solo per un breve periodo.
Palestrina fu anche invitato dalla corte imperiale di Vienna, ma invano, a causa delle sue alte richieste di remunerazione.

Un lungo periodo della vita di Giovanni Pierluigi da Palestrina fu dominato da gravi problemi personali e familiari.
Tra il 1572 e il 1580 gli vennero a mancare due figli, quasi tutti i nipoti e la moglie Lucrezia (nel 1580). Tale serie di eventi procurò a Palestrina un periodo di crisi mistica, che lo portò a chiedere (ed ottenere) i voti. La sua vocazione, tuttavia, svanì rapidamente e poco dopo Palestrina sposò una ricca vedova romana, Virginia Dormoli.

Palestrina fu pienamente consapevole delle sue capacità e, forte della popolarità guadagnata dalle sue composizioni, non fu mai costretto ad accettare incarichi non gratificanti per sopravvivere. Al contrario, seppe farsi ricompensare generosamente da tutti i suoi protettori, tanto che il Vaticano si trovò costretto ad aumentare continuamente il suo onorario annuo per trattenerlo a Roma.

Compositore prolifico, pubblicò molto in vita e le sue opere vennero sempre apprezzate come capolavori della Polifonia.
Il corpus musicale palestriniano fu scritto prevalentemente a Roma e ad uso principalmente liturgico (per la Messa e l'Ufficio): messe, magnificat, madrigali spirituali, offertori.
Buona parte della produzione di Palestrina viene fatta risalire al periodo del suo ultimo incarico nella Basilica di San Pietro in Vaticano; all'epoca, l'organico Vocale della cappella vaticana era più vasto di quello di altre chiese (nel 1594 era composto in tutto da 24 cantori), ma non utilizzava strumenti, fatta eccezione per l'organo.
Il linguaggio polifonico di Giovanni Pierluigi da Palestrina non è distante dalla tradizione franco-fiamminga, ma si sviluppa in direzione dell'intelligibilità delle parole (secondo le linee suggerite dal Concilio di Trento).
Molto copiosa fu la sua produzione di mottetti (ne compose 375) e, per l'ambito profano, anche di madrigali.
La figura di compositore di Giovanni Pierluigi da Palestrina venne riconosciuta dalle successive generazioni di musicisti, che evidenziarono il suo contributo nell'evoluzione del linguaggio musicale (contrappunto, armonia, ritmo, melodia, etc.)
Magazzini Sonori
Proprietà dell'oggetto
Proprietà dell'articolo
creato:lunedì 15 settembre 2008
modificato:mercoledì 14 gennaio 2009