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Lavinia fuggita

Opera da camera in un prologo e sette scenza di Matteo D'Amico, su libretto di Sandro Cappelletto, liberamente tratto dall'omonimo racconto di Anna Banti. L'opera è stata realizzata su commissione della Fondazione Teatro Comunale di Modena, in occasione del 20° anniversario della scomparsa di Anna Banti.
Prima rappresentazione: 12 dicembre 2004, Teatro Comunale di Modena.
 
Così scrive il librettista di Lavinia Fuggita:
Quel nobile nome latino, Lavinia, non inganni: da dove davvero arriva quella ragazza? L'hanno trovata a Venezia, abbandonata sulla Ruota del monastero della Pietà, avvolta in un pezzo, stracciato, di vela rossa: tutto quello che si 'sa' di lei. Alle feste comandate, alle gite, alle preghiere, è sempre l'ultima ad arrivare; sparisce all'improvviso, sopporta beffarda le punizioni, nessuna autorità sembra poterla piegare. Suona e scrive musica, è irriverente al punto da divertirsi a mescolare le carte di Antonio Vivaldi, che tantissima musica - forse, non sempre tutta sua - ha composto per le 'putte' della Pietà. Lavinia, è la sua amica Orsola a raccontarlo con amore e nostalgia, sembra non curarsi di nulla, ma solo attendere: che la barca con la vela rossa torni a prenderla, a portarla ad oriente, verso la sua terra, che non ha mai conosciuto. (S. Cappelletto)
 
Come un’altra opera di D’Amico, Farinelli, la voce perduta (1996), Lavinia fuggita è un’opera-sulla-musica, ma anche un'opera sul "diverso".
 
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creato:venerdì 16 maggio 2008
modificato:venerdì 16 maggio 2008