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La Bohème

Opera in quattro atti di Giacomo Puccini su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa.
Il soggetto è tratto da un romanzo del francese H. Murger, "Scènes de la Vie de la Bohéme".
Prima rappresentazione: 1 febbraio 1896, Teatro Regio di Torino.

La trama:
Quadro I.
In una soffitta.
Quattro giovani amici (il poeta Rodolfo, il pittore Marcello, il musicista Schaunard ed il filosofo Colline) conducono una gaia vita di Bohème. I soldi mancano quasi sempre, spesso si digiuna, ma la gioventù e la spensieratezza aiutano a superare molti ostacoli.
La vigilia di Natale vede Rodolfo e Marcello che, infreddoliti e impossibilitati a lavorare per il gelo che ha invaso la soffitta, sono costretti a bruciare nel caminetto il grosso manoscritto di un dramma di Rodolfo.
Entra Colline desolato perché ha trovato chiuso il Monte dei Pegni, ma Schaunard arriva invece tutto esultante portando del denaro, frutto di un'insolita sua prestazione musicale.
I quattro amici decidono di festeggiare la vigilia di Natale con una cena al Quartiere Latino, quando giunge, non gradito, il padrone di casa Benoat a reclamare la pigione dell'ultimo trimestre. Costretto a bere dai turbolenti inquilini, il vecchio si lascia andare a imprudenti confidenze sulle sue infedeltà coniugali.
Marcello, Colline e Schaunard escono; Rodolfo deve attardarsi per finire un articolo di giornale e mentre sta scrivendo, fa la sua apparizione Mimì, una bella e dolce grisette che abita in una soffitta dello stesso casamento. Le si è spenta la candela e chiede aiuto a Rodolfo; tuttavia, appena entrata si sente male e le cadono di mano il candeliere e la chiave di casa. Rodolfo, colpito dal pallore e dalla bellezza della fanciulla, l'aiuta a rimettersi ma, trovata nel buio la chiave, si guarda bene dal restituirla a Mimì. Chiamato a gran voce dagli amici impazienti di far baldoria, convince la ragazza ad unirsi a loro; Mimì, dolcemente, cede. Già innamorati, i due giovani si baciano, poi a braccetto si avviano giù per la scala.

Quadro II. Al Quartiere Latino.
Colline ha comprato un vecchio e sdrucito pastrano; anche Schaunard fa acquisti, mentre Rodolfo e Mimì si aggirano fra la folla, felici del loro amore.
Il solo Marcello è triste e pensieroso: la bella Musetta, infatti, lo ha abbandonato da qualche tempo per correre dietro a nuovi amori.
Rodolfo compra una cuffietta rosa a Mimì e presenta la ragazza agli amici; tutti insieme si siedono ad un tavolo del caffè Momus ed ordinano una ricca cena.
Appare ad un tratto sulla piazza Musetta, elegantemente vestita: la segue Alcindoro, un vecchio pomposo e ridicolo che è il suo amante attuale. Scorto Marcello, la ragazza si siede al tavolo vicino a quello degli amici e dal suo tavolo lancia frasi maliziose e occhiate eloquenti. Marcello finisce per cedere, una volta ancora, al fascino di Musetta, la quale civetta con lui dopo avere allontanato Alcindoro con un pretesto.
Passa la banda militare seguita da una gran folla e i due amici si allontanano, unendosi alla baraonda generale.
Quando Alcindoro torna al suo tavolino, non trova più Musetta ma, in cambio, i due conti da pagare; allibito, cade sopra una sedia.

Quadro III. La barriera d'Enfer.
In un cabaret vicino lavora Marcello, ivi alloggiato insieme con Musetta, che dà lezioni di canto agli ospiti.
È l'alba: gli spazzini si recano al lavoro, passano carrettieri e lattivendole. Mimì pallida e sofferente, ha un colloquio con Marcello: la vita con Rodolfo è diventata impossibile, le liti e le incomprensioni sono all'ordine del giorno e la fanciulla non sa più che fare.
Nascosta dietro agli alberi, Mimì assiste quindi al colloquio tra Rodolfo e Marcello: il poeta accusa Mimì di leggerezza e infedeltà, ma poi, dietro insistenza di Marcello, confessa la vera ragione del suo modo di agire. Mimì è gravemente ammalata e la vita nella fredda e umida soffitta finirebbe per abbreviarle l'esistenza: è necessaria quindi una separazione.
Mimì, dal suo nascondiglio si lascia sfuggire un singhiozzo, e Rodolfo la scopre. Un appassionato colloquio s'intreccia fra i due amanti, che ricordano con struggente nostalgia tutte le gioie del periodo trascorso insieme.
Alle tristi e dolorose parole di Mimì e di Rodolfo si uniscono, ad un certo punto, le frasi pungenti e velenose di Musetta e Marcello: il pittore ha scoperto l'amica mentre civettava con un avventore e le fa una violenta scenata di gelosia, alla quale la ragazza reagisce infuriata. Anch'essi si lasceranno: la vita in comune è diventata un inferno.
Mentre Mimì e Rodolfo si avviano verso i loro ultimi giorni di felicità, Musetta continua a lanciare feroci insulti contro Marcello, che rientra nel cabaret furibondo.

Quadro IV.
Nella soffitta.
Rodolfo e Marcello, da qualche tempo lontani da Mimì e Musetta, ostentano indifferenza e perfetta felicità, ma in realtà pensano e continuamente rimpiangono le amiche perdute. Giungono Colline e Schaunard che recano una magra cena: pane e un'aringa.
Simulando un gaio e ricco festino, i quattro bontemponi inscenano una buffa pantomima, ballando e cantando con umoristico brio. Ma l'animata scena è interrotta dall'arrivo improvviso di Musetta, che accompagna Mimì sofferente e semisvenuta.
La ragazza è gravissima: sentendo prossima la fine ha voluto rivedere il suo Rodolfo e, per strada, ha incontrato Musetta che da tempo la cercava.
Rodolfo adagia Mimì sul letto e gli amici si prodigano per cercarle qualche conforto: Musetta venderà i suoi orecchini e Colline impegnerà il suo vecchio pastrano.
Rimasta sola con Rodolfo Mimì rievoca i dolci momenti del loro amore e si stringe ancora con infinita passione, all'unico uomo che ha veramente amato. Rientrati gli amici, Mimì prende con gioia dalle mani di Musetta un manicotto che ella crede dono di Rodolfo e si assopisce quietamente.
Musetta prega per la salvezza dell'amica; Rodolfo continua ad illudersi finchè il contegno degli astanti gli rivela che Mimì si è spenta.
Piangendo si getta allora sul corpo della fanciulla invocandola disperatamente.
Magazzini Sonori
Proprietà dell'articolo
creato:martedì 25 marzo 2008
modificato:martedì 6 ottobre 2009