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Note di Armando Gentilucci su Andrea Centazzo

Andrea Centazzo, è figura assai singolare d'artista, sfuggente com'è alle rigide classificazioni che distinguono una volta per tutte interprete da autore, musicista «colto» da musicista jazz o «popolare», compositore di musica scritta da autore di musica improvvisata, artigiano da musicista-studioso, culturalmente consapevole.
Attraverso la manipolazione e la provocazione di uno strumentismo estenuantemente ricco (desunto da un orizzonte geografico e dunque storico amplissimo, ovviamente anche e soprattutto extraeuropeo), sviluppa la propria immaginazione in uno spazio «aperto» nel quale tenta una messa in relazione tra riferimenti musicali di provenienza disparata. Impresa certo ardua, esposta sempre, al rischio della misura, sul crinale ghiacciato della proprietà stilistica.
Ma Centazzo, spinto dall'impossibile curiosità del musicista non accademico (o anti-accademico) votato a tutto sperimentare, non punta tanto, come autore, a una sintesi tra gli stilemi e i morfemi sonori piu diversi: operazione, tra l'altro, che sarebbe povera di senso oltreché obbiettivamente impossibile.
Piuttosto vale per lui il criterio inteso a trovare nessi, relazioni, interferenze, sollecitazioni nel dissimile e nel plurimo: con risultati di totale onnivoricità che possono anche spiazzare quanti si adagiano su pacifici schemi.
Da tali premesse, arricchite poi anche da motivazioni culturali assai solide (suoi sono i numerosi libri sulla storia e le tecniche degli strumenti musicali, specialmente a percussione, scritti in un breve volgere di anni), era difficile non prevedere un incontro tra Centazzo e altre forme espressive quali arte visiva e video.
Uomo coltissimo, alla perenne ricerca di contatto con le più diverse esperienze artistiche, percussionista di iperbolica bravura tecnica, Centazzo ha però l'impertinenza di non adagiarsi in alvei prestabiliti, di non chiudersi in un qualche rassicurante Hortus Conclusus: che questa «libertà» possa non sempre giovargli, nel rapporto con i compartimenti stagni della cultura organizzata è un fatto innegabile. Ma è anche la sigla di un personaggio dai contenuti artistici sorprendenti e sempre innovativi.

Armando Gentilucci 
(compositore e musicologo), Milano 1985

Magazzini Sonori
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creato:lunedì 24 novembre 2008
modificato:lunedì 24 novembre 2008