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Andrea Centazzo: una biografia breve (F.S. Sasso)

In una carriera che copre un arco di trent’anni, Andrea Centazzo ha percorso tutte le strade della creazione artistica.
Un intellettuale-artista “tutto tondo” come lo definì Enzo Siciliano nel 1985 in occasione della presentazione dell’Omaggio in musica di Centazzo a Pier Paolo Pasolini di cui lo scrittore curò le note di copertina.

Nato a Udine nel 1948, Centazzo agli inizi della sua carriera artistica negli anni ’70, si è trovato ad attraversare intellettualmente un periodo difficile, magmatico, in cui la cultura si univa alla politica per aprire alle masse capitoli che fino allora erano rimasti chiusi nelle accademie del sapere.
Ecco dunque che già durante gli anni delle prime frequentazioni universitarie alla Facoltà di Legge di Trieste, egli sceglie di affiancare agli studi accademici, la passione giovanile per la musica e la letteratura, che diverrà in breve il suo unico scopo di vita e lo porterà qualche anno dopo alla laurea in musicologia e alla carriera artistica.
È di quegli anni la scoperta della musica afroamericana, il jazz, esempio di musica antagonistica che nata dalla commistione di esperienze sonore le più disparate, diviene in breve sul finire degli anni '60 l'inno ribellistico di una intera generazione.

Il suo primo contatto con la musica avviene attraverso la critica musicale: giornalista pubblicista fin dall'età di 22 anni, scrive avidamente di tutto e ascolta tutto, aprendosi alle influenze più disparate.
Poi partendo dalla percussione, di cui ancora oggi è considerato uno dei principali esponenti a livello internazionale, Centazzo inizia nel '72 una esplorazione tutto campo delle possibili strade alternative per portare i nuovi linguaggi musicali nei luoghi non deputati, a contatto con nuovi entusiasti ascoltatori.
Fabbriche, scuole, ospedali psichiatrici (famose restano le esperienze di Centazzo con Franco Basaglia) diventano allora le nuove sale concertistiche dove ritrovare la funzione sociale della musica.
È di questo periodo l'interesse di Centazzo per la commistione tra musica e poesia: già nel 1973 a Pisa suona mentre Giorgio Albertazzi recita.

Più tardi l'opera compositiva di Andrea Centazzo si abbevererà alla fonte dell'ispirazione letteraria e poetica, in continuo interscambio tra poesia, teatro, danza, musica.
La sua musica negli anni rivestirà di suoni le liriche di Joyce, Musil, Neruda, Rilke, Trakl, Andric, Pavese, Lalic, Leopardi, poeti medioevali e molti altri fino a giungere a scrivere egli stesso i libretti delle sue opere, di cui quello di Tina, dedicata a Tina Modotti, è stato tradotto in inglese dal poeta Paul Envangelisti.

Nel 1976 la sua attività si espande in Europa prima e poi negli Stati Uniti, aprendosi a collaborazioni con i più importanti interpreti della nuova musica.
Qualche mese fa la sua rinata etichetta discografica ICTUS ha pubblicato in California una collezione di 12 cd che testimoniano quegli anni eroici: l'accoglienza della critica e del pubblico è stata entusiasta, a testimonianza di un patrimonio culturale dai connotati senza tempo.

Alla fine degli anni '80 l'attività musicale concertistica, didattica e musicologica (nel breve spazio di 5 anni scrive 6 testi fondamentali per l'organologia contemporanea) non basta più ad un intellettuale onnivoro come Centazzo, che infatti sposa le nuove tecnologie del video e inizia una sua personale ricerca sulla Videoart.
Il suo primo film "Tiare" (1984) riscuote un clamoroso successo in tutti i festivals internazionali, vincendo ex-equo con Silvio Soldini il Gabbiano d’Oro 1985 al Festival del Cinema Indipendente Italiano, e subito dopo il Festival Video di Tokyo e quello del Ministero della Cultura Francese.
Negli anni successivi fino al 1990 Centazzo si alterna come regista di opere video sempre segnalate dalla critica (e spesso premiate) e come compositore di nuova musica: da Cjant, Concerto per il Millenario di Udine per Orchestra e da quello che molti ritengono il suo capolavoro Omaggio a Pasolini nel decennale della morte del poeta fino alla sua prima opera lirica Il Canto di un Giorno dedicata ad Hemingway, la ricerca espressiva di Centazzo si muove infaticabile nella sutura dei linguaggi musicali tra di loro e con altre esperienze artistiche.
Da citare in questo senso la sua collaborazione di quegli anni per una serie di video presentati da Gillo Dorfles per Rai Tre con Altan e altri artisti visivi.
Attratto dalla possibilità di visualizzare la sua musica, inizia ad esporre partiture elaborate graficamente nelle più prestigiose gallerie italiane per poi finalmente, grazie ai primi progressi tecnologici del video, approdare alle video-performances in cui trasforma in tempo reale i suoni in colori e movimenti.

Alla fine degli anni '80 lo troviamo attivo come compositore di musiche di scena; Enzo Siciliano, Luca Barbareschi, Sergio Fantoni, Armand Delcamp, Filippo Crivelli, Antonio Calenda e molti altri lo chiamano sulla scena nazionale, mentre inizia anche la sua avventura americana con altrettante prestigiose collaborazioni.
Nel 1991 infatti, forte di un contratto di esclusiva come compositore e autore con la Warner Chappell, Centazzo si trasferisce a Los Angeles dove due anni dopo viene insignito del Dramalogue Award (Oscar del Teatro West Coast) per la migliore musica di scena per il dramma sulla prigionia italiana di Eszra Pound scritto da Tom Dulak.

Dopo la prima esperienza operistica del 1986, dieci anni dopo, nel 1996 Centazzo firma quella che sarà la sua opera più famosa e rappresentata: Tina dedicata alla vita e all'arte di Tina Modotti.
È con questa opera che Centazzo inizia la sua carriera letteraria, firmandone il libretto, e quella di regista, dirigendo nella parte di Tina in Italia Ottavia Piccolo e a Los Angels e San Francisco Lumi Cavazos l’attrice messicana, straordinaria interprete del film “Come l’acqua per il cioccolato”.
Ma è soprattutto dal suo incontro con la poesia pasoliniana che Centazzo ha tratto linfa per alcune opere che lo iscrivono di diritto tra gli innovatori del linguaggio musicale contemporaneo.

Con Pier Paolo Pasolini, Centazzo condivide natali, esperienze migratorie, studi, esilio ed ispirazioni, legate a quella terra d'infanzia povera, ma densa di pathos che era il Friuli del dopoguerra.
Poco prima di Tina, infatti, presenta il suo secondo concerto pasoliniano Pioggia sui Confini in cui ancora una volta musica le liriche del poeta e ibrida le sonorità della sua musica con le sue liriche in inglese, dirigendo Anna Buonaiuto come voce recitante.
È del 2005 l'ultimo capitolo della trilogia pasoliniana un lavoro multimediale dal titolo L'Ombra e il Silenzio presentato in Italia e in Sud America oltre che a Los Angeles e New York.
A Tina fanno seguito due altre opere liriche: una del 2000, Memento, commissionata dalla Regione Friuli Venezia Giulia per il Giubileo, e l'altra del 2001, Simultas, commissionata da Bologna 2000 Capitale Europea della Cultura.
Tutte le opere lo vedono autore delle musiche, del libretto e regista di attori quali Massimo Dapporto e Moni Ovadia.
Ultimamente a Los Angeles ha anche diretto lavori di altri autori teatrali.

Il suo ritorno sul palcoscenico in veste di artista multimediale è di questi ultimi anni: grazie alle nuove tecnologie basate sull'uso dei computers, Centazzo allestisce spettacoli di grande impatto sonoro e visivo.
L'ultimo, Mandala (un viaggio nell'oriente sacro) ha riscosso un grande succcesso con un tutto esaurito al Rubin Museum di New York nel febbraio 2006 e subito dopo all’Auditorium di Roma.

Non si può infine tacere per chiudere questo sunto biografico, la sua instancabile attività di manager delle sue etichette discografiche, quella di direttore artistico di manifestazioni musicali e video iniziate già negli anni '70, e quella costante di conferenziere su argomenti che spaziano dalla musica alle nuove tecnologie fino al video e la poesia.

Francesco Saverio Sasso
Luglio 2006

Magazzini Sonori
Proprietà dell'articolo
creato:lunedì 24 novembre 2008
modificato:lunedì 24 novembre 2008