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Le piccole storie. Ai margini delle guerre

Opera da camera in un atto di Lorenzo Ferrero, su libretto di Giuseppe di Leva, su commissione della Fondazione Teatro Comunale di Modena.
Il motivo conduttore dell’opera sono le vittime della guerra che incontrano il loro destino non sui campi di battaglia ma per effetti collaterali, anche psicologici.
Attraverso la metafora di un “format” televisivo vari frammenti di storie si compongono in un quadro il cui filo è tenuto da un “conduttore” che li introduce e talvolta ne spiega i retroscena.
Prima esecuzione: 26 novembre 2007, Teatro Comunale di Modena.
 
Trama:
Introduzione. Un giornalista presenta al pubblico l’argomento della serata, ovvero le guerre con le loro vittime, le loro tragedie, e il loro potere di sconvolgere la vita di chi, anche indirettamente, le subisce e ne viene travolto.
Il Giapponese parte prima. Giappone, estate 1945. Un elegante industriale giapponese ritorna a casa dopo il lavoro. Si mette comodo, si versa da bere e telefona a un amico in Italia. Parlano dei bombardamenti di Nagasaki e Hiroshima,
avvenuti pochi giorni prima, dei quali si hanno ancora poche informazioni e non se ne conosce la gravità. D’improvviso l’uomo è colpito da una voce che parla alla radio: è il discorso di resa dell’imperatore Hirohito, che lo sconvolge e si prepara a morire.
Cinna. Siamo a Roma nel 44 a.C., il giorno dopo la morte di Giulio Cesare. Il poeta Cinna, amico dell’imperatore, si sveglia alla luce del mattino accanto a una donna che con fare seduttivo cerca di trattenerlo a letto. Suonano le trombe che annunciano il funerale e Cinna si alza, fatalmente attratto ad uscire per rendere l’estremo saluto a Cesare. Lungo la strada viene fermato da un gruppo di uomini dall’aria bellicosa, avversari di Cesare, che lo uccidono.
Gli intrusi. In una foresta dei Balcani, nel medioevo, vivono due famiglie rivali da generazioni che si contendono lo stesso territorio. Ulrich e Georg, i due capi famiglia, si odiano reciprocamente. Una notte d’inverno in cui Georg si addentra nel bosco avversario per cacciare di frodo, Ulrich gli tende un agguato e lo coglie sul
fatto, ma un grosso faggio sradicato dalla tempesta travolge entrambi bloccandoli a terra feriti. Costretti al dialogo, nella drammaticità del momento, i due comprendono la natura insana del loro odio e si perdonano, quando ad un tratto sopraggiunge un branco di lupi…
Letto 29 parte prima. A Rouen, nel 1870, l’esercito francese di Napoleone
III attende di combattere la Prussia per fermarne l’invasione. Una sera, il capitano Épivent e il capitano Robic, entrambi giovani, entrano in un cabaret dove la bella Irma intrattiene il pubblico cantando accompagnata dal pianoforte. Épivent ed Irma, entrambi libertini e sprezzanti dell’amore, diventano amanti. Un anno dopo, a casa di Irma, Épivent riceve la chiamata per il fronte, e i due trascorrono l’ultima notte insieme.
Il Giapponese parte seconda. Finito il discorso in cui Hirohito dichiara la disfatta del Giappone, l’uomo gira stordito per la casa, si toglie gli abiti occidentali, indossa il vestito giapponese del nonno, prende la spada, e inizia la cerimonia tradizionale
del suicidio.
Letto 29 parte seconda. L’esercito francese, entrato in guerra con baldanza, è
stato travolto dal nemico che ha conquistato Parigi. Épivent ritorna a Rouen dove incontra un gruppo di ufficiali, fra i quali Robic, che lo deridono sapendolo in cerca di Irma. Épivent la trova in ospedale, al letto numero 29, malata di sifilide e in fin di vita. Violentata dai prussiani che l’hanno contagiata, Irma non si è curata e, divenuta prostituta, ha contagiato a sua volta quanti più soldati possibile, combattendo la propria battaglia personale a costo della vita.
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creato:giovedì 15 maggio 2008
modificato:giovedì 4 marzo 2010